Ecco perché la gentilezza genera benessere

Spesso quando sentiamo la parola gentilezza le associamo qualcosa legato alle “buone maniere” o a una forma di cortesia formale che ha a che fare soprattutto con la cosiddetta “buona educazione”.Raramente ci soffermiamo sul significato più profondo di gentilezza che esprime una qualità più profonda dell’Essere, un modo di porsi nei confronti della vita e degli altri esseri, umani, animali, piante e persino oggetti che quotidianamente utilizziamo.

Avete mai provato a notare come vi sentite quando riuscite ad essere consapevolmente  gentili e quale effetto, oltre che in voi, genera in chi vi sta intorno?

La gentilezza è spesso contagiosa e aiuta a dissolvere tensioni crescenti, malintesi e favorire un senso di leggerezza che spesso genera un sorriso. Ti invito a provare e a verificare!

In “Essere Cura. Una Rivoluzione Gentile” ho cercato di focalizzare l’attenzione sulla gentilezza.
Oggi, giornata mondiale dedicata alla gentilezza, desidero farvi dono di una pagina del libro in cui ho cercato di esprime cosa significa per me gentilezza.

E per te, cosa vuol dire essere gentile? Come ti fa sentire esserlo?

Buona lettura!

La gentilezza è come la neve. Rende tutto più bello ciò che copre”, ha scritto Khalil Gibran, poeta, pittore e aforista libanese.
Gentile è una foglia d’autunno che sceglie il passaggio dal ramo alla terra.
Gentile è il respiro che si appoggia all’interno del corpo e ne accarezza i confini interiori, se lo permettiamo.
Gentile è una parola che vuole portare conforto quando non sa come esprimersi, eppure accade.
Gentile è ricordare il piatto preferito di chi si ama.
Gentile è chi si accorge di un errore e si perdona, riconoscendo il tesoro celato in un attimo apparentemente privo di grazia.
Gentile è un sorriso donato e non restituito.
Gentile è un paesaggio che riflette uno stato d’animo.
Gentile è il tuo sguardo che cerca una risposta e che sceglie di lasciare aperta una domanda.
Gentile sei tu quando ti accorgi di non poter essere gentile, e ti perdoni.
Gentile sei tu quando ti accorgi di attraversare un temporaneo disagio, fisico e/o interiore e lasci che sia, accogliendolo e prendendotene cura.
Gentile è lo sconforto che ti porta a riconoscere di aver bisogno di aiuto e a chiederlo.
Gentile sei tu quando lo doni.
Gentile è la capacità di accogliere il senso di solitudine che ti attraversa.
Gentile è il conforto di un dolore condiviso.
Gentile è la gioia di ritrovare la presenza e la centratura, nel corpo e nel cuore.
Gentile è l’abbraccio che puoi provare a darti mentre leggi queste parole.

La gentilezza ha molto a che fare con l’intimità. Il grado di gentilezza è una misura della crescente sensibilità che eserciti quando resti sempre più presente a ciò che ti accade, e di cui il corpo continua a inviarti segnali preziosi.

(brano tratto da “Essere Cura. Una Rivoluzione Gentile” di Monica Melendez pag. 95-96)

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