Come ogni fine anno, è tempo di bilanci e di desideri.

Tempo in cui riaffiorano immagini dell’anno che sta per chiudersi in attesa dell’apertura del nuovo anno in arrivo.

C’è però prima un passaggio fondamentale, senza il quale è difficile – o quantomeno più complesso – che ogni desiderio si avveri.

Personalmente desidero ringraziarvi, uno ad uno e tutti quanti insieme, per aver contribuito a co-creare insieme a me un anno meraviglioso e che per me sarà indimenticabile. Ho la fortuna di osservare da tempo, che è proprio dalla gratitudine che ci muoviamo con grazia verso il nuovo.

Spero che sia stato un anno prevalentemente buono anche per voi o almeno che possiate riconoscere quegli istanti in cui lo è stato. Riconoscere e onorare gli istanti che ci hanno regalato qualcosa di prezioso è e resta, il trampolino di lancio verso nuovi compimenti e desideri che ci stanno a cuore.

Questo è il tempo e la stagione  che permette di nutrire quel seme che, proprio in inverno, giace al tepore della terra che lo protegge.Tempo, per ogni essere umano, di coltivare nel proprio centro e in profondità, quel cambiamento e/o quella trasformazione spesso a lungo desiderati.Tempo che forse, nel silenzio e nella quiete, può diventare più chiaro “dentro”, prima di trovare una manifestazione anche “fuori”.

Sì, sto proprio parlando di quel cambiamento che affonda le sue radici anche nell’anno che stiamo salutando.

In questo  “bilancio” di fine anno sovvengono anche i momenti più bui, quelli che a volte ci vedono delusi, arrabbiati, provati dalle prove più difficili e dolorose. Momenti che ci sono stati e che non possono certo essere ignorati e/o cancellati. Momenti che però restano sempre accanto ad altri, sicuramente più luminosi, più gioiosi, inaspettati e ricchi di sorprese piacevoli, di incontri nutrienti, di nuove amicizie e/o amori o di amicizie e amori che si rinnovano nel tempo, di nuove collaborazioni e di piacevoli condivisioni.

L’invito che oggi vi faccio è di trovare qualche minuto nella vostra giornata, tra gli incontri di fine anno e i preparativi per festeggiare il nuovo, per ritrovarvi da soli o meglio, come mi piace spesso dire, in compagnia di voi stessi.

Scegliete di dedicare alcuni minuti per riconnettere al vostro corpo fisico, seduti comodamente con i piedi ben appoggiati a terra oppure distesi, se lo preferite. Utilizzate una musica per voi fortemente evocativa o se preferite uno dei brani che troverete indicati al termine di questo articolo.

Ora socchiudete, se potete e se volete, gli occhi.

Provate, nel silenzio e nello spazio che abita il corpo, a ritrovare il naturale fluire del respiro focalizzando tutta l’attenzione possibile al suo spontaneo accadere, dall’interno.

Lasciate fluire, insieme al movimento di inspirazione ed espirazione, la “galleria” di immagini che hanno animato questo 2018, senza sforzo di memoria, lasciando arrivare le immagini che vogliono arrivare. Provate, se potete e se volete, a sospendere il giudizio, a lasciar accadere le emozioni che possono accompagnare queste immagini e a non identificarvi con esse.

Semplicemente ad esserne osservatori che ne sono attraversati, salendo che arrivano e che vanno, proprio come le nuvole mosse dal vento nel cielo. Provate a restare semplicemente in un grande abbraccio interiore e a pronunciare – dentro di voi o a bassa voce – due parole: “SI” e “Grazie”.

Provate a lasciarle fluire in un circolo ininterrotto e per almeno un paio di minuti.

E lasciate che arrivi, se è il momento e il tempo giusto, un’immagine o un simbolo nuovo, magari inaspettato o diverso da qualcosa che avevate semplicemente pensato prima di questo momento di raccoglimento in voi stessi. Se ciò non accade, fidatevi. In questo momento è perfetto così!

Poi, con un paio di respiri un po’ più profondi, lasciate che gli occhi si riaprano e annotate su un foglio, attraverso le parole o con un piccolo disegno, ciò che è emerso in questo spazio in cui vi siete regalati alcuni momenti in maggiore contatto con voi stessi o, se preferite, con il vostro Sè più profondo.

Questi momenti di “raccoglimento” contribuiscono a renderci pronti a riconoscere prima, e ad accogliere poi,  il nuovo che vuole manifestarsi, ai desideri che aspettano di prendere forma. E così come in natura, il seme d’inverno nella terra sta, cullando fiducioso quel germoglio che solo in primavera si renderà visibile.

Perché in fondo forse, come ha ben affermato Akira Kurosawa. “I sogni son desideri che l’uomo tiene nascosti anche a se stesso“.

Buona chiusura di questo anno che ci ha fatto compagnia. Buon inizio del nuovo che ci viene incontro. Buona coltura di ogni prezioso seme.

Con gratitudine, sempre.

Auguri a tutti noi!

Musiche suggerite per la pratica:

  • Amra Maria Grazia Bambini – Dalla Tempesta alla Quiete – Mi Lascio Cullare
  • Emiliano Toso – Suono di Neve

Pin It on Pinterest

Share This