https://www.amazon.it/Essere-Cura-Una-rivoluzione-gentile/dp/B07H5VTHFR

Eccovi un brano che parla della relazione, estratto dal IV capitolo del libro “ESSERE CURA: Una Rivoluzione Gentile”.

Quando riflettiamo sul nostro “essere in relazione”, il corpo può diventare una bussola utile e precisa per orientarci meglio verso il nostro benEssere. Ricordandoci sempre che, la prima e più importante relazione, è quella che nasce all’interno di noi stessi.

Buona lettura!

“Quali sono, a partire dal corpo fisico, i segnali che ti indicano cheuna relazione è per te “nutriente”, salutare?

Ti senti magari più comodo/a? Sorridi spontaneamente anche solo al pensiero di qualcuno o di qualcosa?

Senti magari un po’ più di forza e/o un po’ più di leggerezza? Facci caso, se vuoi e se puoi.
Questo è solo un invito a trovare i tuoi personalissimi indicatori per comprendere quando stai seguendo la giusta rotta e – attenzione! – anche quando arriva il momento di cambiare rotta.

Una sorta di segnaletica interiore che può essere d’aiuto a orientarsi nel mare infinito delle relazioni. Questo è ciò che cercherò di offrirti, in forma lieve e quanto più concreta possibile, nelle prossime pagine.Questo è l’invito che ti rivolgo per avventurarci insieme in un capitolo, nuovo, come vedremo, in molteplici sensi.

La relazione è vita.

Tutto è relazione, e possiamo ragionevolmente dire che la relazione è il movimento sul quale si basa l’intera esistenza. È attraverso la relazione intima, profonda tra due esseri umani che può accadere il miracolo della vita che s’incarna in un altro essere umano.

È nelle relazioni che avvengono all’interno del corpo fisico e nello scambio con l’ambiente esterno che scopriamo e gradualmente comprendiamo di esserci, di muoverci e di essere mossi dal flusso vitale in incessante divenire, quel divenire che chiamiamo vita.

Quando si parla di relazione, generalmente s’immagina qualcuno o qualcosa con cui il soggetto entra in un rapporto dia-logico, sostanzialmente fatto da un “io” e da un “tu”.

In realtà, tuttavia, vorrei innanzitutto portare la tua attenzione verso quella prima e ultima relazione alla quale è essenziale dedicare risorse ed energia nel corso dell’esistenza, la relazione che ciascuno può coltivare con sé. Questo accade e può accadere sempre di più se s’impara ad aprire un dialogo con il proprio corpo e con il proprio sentire, che dà accesso ad una crescente intimità con la propria interiorità e la più vera essenza.

Intendere la relazione a partire dalla relazione con se stessi genera un cambio di prospettiva.
Siamo culturalmente abituati ad agire partendo da ciò che comunemente definiamo “Io”, che però è rappresentato, in genere, dalla personalità egoica, dall’immagine di noi stessi che abbiamo sempre pensato, e attraverso la quale siamo “da sempre” visti anche dagli altri.

C’è tuttavia una parte essenziale del nostro essere che non s’identifica nella personalità e nell’ego, ed è quella parte costituente dell’essere umano che si può percepire quando si è più presenti e centrati in se stessi, come abbiamo precedentemente visto.

Da questo centro, come vedremo più avanti, possiamo imparare e perfezionare la capacità di incontrare l’altro nella stessa autenticità e integrità.

Come ha bene espresso Herman Hesse in Narciso e Boccadoro: “La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”.

Nell’immagine: “Frangipane a Delhi” Photo Credits: Mira Ottini

Pin It on Pinterest

Share This