Di Monica Melendez

Riflessione su uno degli strumenti più preziosi del nostro corpo

Le mani sono da sempre una delle espressioni più autentiche del nostro modo di essere e uno degli strumenti di conoscenza e di relazione più raffinati.
“L’uomo pensa perché ha le mani”, affermava Anassagora. Pensiamo ad esempio, a quanto il bambino espanda la sua conoscenza del mondo attraverso le mani. Riflettiamo inoltre, su quanto  il contatto crei relazione con le persone e gli oggetti che lo circondano.

Le mani – alle quali è dedicato un intero capito nel libro “Essere Cura.Una rivoluzione gentile” – sono l’espressione del nostro desiderio di manifestarci anche da adulti. Sono lo strumento straordinario con cui creiamo e uno dei veicoli principali per entrare in relazione con ciò che ci circonda nel corso dell’intera vita. Dagli esseri viventi agli oggetti, le mani sono uno dei nostri canali comunicativi più intimi e profondi.Spesso il linguaggio delle mani traduce pensieri più profondi di quelli che verbalizziamo.Le mani possono svelare emozioni, invitare a cambiare le distanze e/o esprimere vicinanze, spesso incolmabili  con i ragionamenti e le parole. E tutto ciò può avvenire anche in silenzio. Un silenzio capace di suggellare l’emozione di un gesto delle mani.

In quest’epoca, in cui siamo chiamati a contenere e limitare il contatto fisico, è ancora più importante riconoscere il valore delle nostre mani e riportare l’attenzione a tutto ciò che esse rappresentano.Personalmente ho la fortuna di praticare una professione di cura nella quale,  il contatto fisico e il linguaggio corporeo, sono elementi essenziali nel processo di guarigione.In questo articolo trovate un’ interessante riflessione su una dote speciale delle nostre mani: la capacità di lenire e di trasformare il dolore.Una capacità che è dentro ciascuno di noi e che attende solo di essere riconosciuta più consapevolmente, risvegliata e praticata.

Buona lettura!

Pin It on Pinterest

Share This